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Chi accumula libri accumula desideri; e chi ha molti desideri è molto giovane, anche a ottant’anni.

26 febbraio 2016

RECENSIONE: Arabesque, Livin Derevel

Titolo: Arabesque
Autore: Livin Derevel
Pagine: 294
Editore: Milena Edizioni
Data di uscita: 7 novembre 2015
Trama: Non è la giornata fortunata di Bentley Flores. L’esame per cui si era dato tanto da fare è stato improvvisamente rimandato, la ragazza per cui ha una cotta non ha tempo da dedicargli, e piove. In più ecco spuntare una donna un po’ hippy e un po’ santona, che lo usa come facchino prima di regalargli una lampada di dubbio gusto come ringraziamento.Tornare a casa gli pare la salvezza, e invece chi è quello strano ragazzo tutto sorriso che Bentley non ha mai visto prima? Perché sembra così affezionato a lui? Ma soprattutto, com’è che ha la capacità di esaudire desideri? Bentley non ha idea di cosa inizi a succedere nella sua vita, e tenterà di trovare il modo di cavarsela attraverso una storia impregnata di realismo magico, dove suo malgrado sarà eletto il padrone di un inaspettato genio della lampada.



RECENSIONE
Arabesque dà vita ad una storia che fonda le sue radici all'interno della favola di Aladino e il Genio della lampada. Questa volta non ci troviamo in Medio Oriente ma in America e Aladino viene impersonato da Benthley, un ragazzo amante dell'arte.
La nostra storia ha inizio quasi per caso durante una piovosa mattinata quando Benthley, quasi controvoglia, aiuta una signora con alcuni scatoloni. La donna, Selene, per ripagarlo dell'aiuto gli regala una misteriosa, e all'apparenza inutile, lampada impolverata. La vita di Benthley cambia quello stesso giorno all'improvviso quando nel suo salotto appare un ragazzo giovane, con il viso androgino, il corpo ricoperto di tatuaggi e dei grandi occhi a metà tra il verde e il nocciola: Frank, il Genio.
Tre sono i desideri da esaudire prima di tornare nella lampada, questa è la condizione che lega Genio e Padrone. Ley ha a disposizione tre desideri ma non ha ancora fatto i conti con il suo cuore che si rivela essere diviso tra due tipi di amore: da un lato troviamo l'amore per l'amica del cuore mentre dall'altro c'è il sentimento improvviso, entrato a far parte di lui come un ciclone, l'amore per il Genio.
«Era un salto nel vuoto. Ogni volta che ci pensava gli veniva a mancare la terra sotto ai piedi. Gli faceva quasi paura, come se sulle sue spalle gravasse una responsabilità pesantissima, come se nelle sue mani fosse racchiuso un potere troppo grande perché potesse usarlo. C'erano un sacco di cose che Ley desiderava. Ma valevano tanto quanto un genio?»

Il personaggio che è riuscito a trasmettermi di più è Frank: tenero, trasparente, che ama con tutto se stesso ma allo stesso tempo con delle fragilità proprie di un bambino.
Lo stile è fresco e scorrevole, ironico e profondo. L'autrice è riuscita a descrivere le scene più intime in modo dolce senza mai cadere nel volgare.
È stata una lettura veramente piacevole, arricchita dall'atmosfera a metà tra il fantastico e il reale che abbraccia tutto il romanzo. La magia può essere considerata il motore di questa storia che, però, si distacca da quella originale.
Consiglio questa lettura a chi ama le storie d'amore difficili come un amore destinato a finire non appena verrà espresso il terzo ed ultimo desiderio.


L'AUTORE
Livin è la penna, quella che brandisce quando arriva l'ispirazione. Livin è la matita, quella con cui ha scritto il suo primo romanzo. Livin è il veleno. Quello che impregna le sue parole, che si instilla tra le righe, che si accumula poco a poco, che è letale. E che lo sarà ancora. Livin Derevel è quella strana. Quella che scrive di cose di cui quasi nessuno vuole parlare, quella che una volta era una fanwriter e non se ne vergogna affatto, quella che non ci pensa due volte a dire quello che pensa. Livin Derevel ha anche un sogno (il più banale del mondo). Pubblica con case editrici dal 2011, e spera di continuare per un bel po'.

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